RICONOSCERE LE TRUFFE
IniziativapubblicadedicataalleTRUFFEbancarie:skimming,cardtrapping,cashtrapping.Riconoscerle ed evitarle è l'intento di questo incontro di formazione sulle Competenze Digitali RER finanziato dal Fondo MIMIT

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Consumo consapevole e stili di vita sani e sostenibili
PROGETTO REGIONE L.4/2017 annualità 2025
L’iniziativa che si svolgerà a Faenza il 1 dicembre 2025, ore 14,30 a Faventia Sales-Aula 3, si terrà un incontro con la collaborazione di Legambiente. Potremo capire meglio il mondo dell’energia rispetto all’ambiente con collegamenti alle truffe commerciali sul settore.

Arera ha reso noto ieri che il periodo di sospensione dei termini di pagamento di bollette e avvisi di pagamento di luce, gas, acqua e rifiuti per le popolazioni alluvionate (già deciso con la delibera 216/2023/R/com) sarà di 4 mesi a partire dal 1° maggio 2023.
La sospensione riguarda tutte le utenze e le forniture dei Comuni come individuati dal decreto-legge 61/23 (cd. “decreto alluvione”) che si trovano in parte del territorio dell’Emilia-Romagna (province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), in alcuni comuni della Provincia di Pesaro e Urbino e in alcuni comuni della Città metropolitana di Firenze.
Nonostante il decreto preveda, un periodo massimo di sospensione di 6 mesi per ora, Arera ha portato la proroga a 4 mesi “estendibili”. L’Autorità rinvia, infatti, ad un generico ed eventuale provvedimento per un’ulteriore estensione della sospensione. Una visione restrittiva dell’iniziale disposizione prevista dal decreto, che riteniamo debba essere estesa anche oltre tali termini, vista l’entità della devastazione che ha colpito quei luoghi.
Riteniamo positiva ed indispensabile, inoltre, la possibilità di rateizzazione degli importi dovuti per le suddette utenze, per un periodo minimo di 12 mesi, senza applicazione di interessi a carico dei clienti e degli utenti.
Per assistenza e informazioni su tali disposizioni invitiamo i cittadini a rivolgersi alle sedi della Federconsumatori, presenti e operative anche nei territori coinvolti dalle recenti alluvioni.
Articolo “Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. D.M. 10/08/2020 “ S.M.
“Buongiorno, siamo i Fornitori dello Stato, e quindi siamo in grado di ridurle la bolletta del gas, senza bisogno di ISEE o altro. E’ d’accordo a spendere meno?”
“Buongiorno, sono Claudia di Federconsumatori, siccome il 1° febbraio è obbligatorio il passaggio al Mercato libero abbiamo ottenuto per lei una riduzione dei costi di gas e luce del 30%…”
“Buongiorno, la chiamiamo per dirle che da oggi, se vuole, non dovrà pagare più il canone RAI in bolletta. E’ sufficiente aderire alla nostra proposta per un nuovo contratto…”
Più volte Federconsumatori è intervenuta per denunciare il telemarketing selvaggio, che si traduce a volte in vere e proprie truffe, messe in campo da call center per ottenere telefonicamente un passaggio di contratto. Dopo una fase di relativa minore attività di questi soggetti, che frequentemente operano dall’estero, è oggi in corso una recrudescenza che ha portato decine di persone a segnalare alle nostre sedi in regione quanto sta accadendo.
Questi call center operano, nei fatti, nell’impunità. Con un sistema di subappalti si diluisce la responsabilità dei committenti, che ovviamente sono i piccoli e grandi gestori del settore energetico che hanno affidato a qualcuno il compito di raccogliere adesioni contrattuali.
Troppo tempo è stato necessario per giungere, proprio in questi giorni, alla applicazione di nuove regole in materia di telemarketing. Ma allo stesso tempo è forte la delusione per l’insufficienza di queste regole, che non sembrano da sole in grado di arginare abusi e truffe ai danni dei cittadini. Da tempo denunciamo l’insufficiente funzionamento, fino ad oggi, del Registro Pubblico delle opposizioni, mentre le sanzioni comminate (l’ultima a Enel proprio ieri) dal Garante della Privacy, rispetto agli abusi, sono rare e inadeguate alla gravità dei fatti.
Tra le truffate c’è una signora di 92 anni, convinta di avere ricevuto una telefonata da un ufficio statale. C’è un signore davvero convinto di parlare con una Associazione di consumatori. Tanti sono gli anziani che cadono in trappola, ma non sono i soli. Chi risponde “Sì” alla domanda “vuole uno sconto?” deve poi subire lo stress ed i costi per ottenere il ripristino del vecchio contratto, che se è nel mercato libero rischia di essere modificato in peggio.
Che fare, quindi?
Se non si è interessati ad un cambio di contratto troncare le spiegazioni dell’operatore dichiarando la propria indisponibilità riattaccare. A questo punto, quasi sempre, la telefonata viene chiusa.
Se si è stati o si teme di essere stati ingannati contattate le sedi Federconsumatori, per mettere in atto tutte le azioni del caso ed esercitare il diritto di recesso nei 14 giorni previsti dal Codice del Consumo.
Tendenzialmente non sottoscrivere, in questa fase, contratti telefonici. Non farlo mai con soggetti che non dichiarano in apertura il nome dell’azienda per conto della quale stanno chiamando. Un test, come previsto peraltro dal Codice del Consumo, rispetto alla serietà dell’interlocutore è chiedere che la proposta venga inviata per vie postali o mail. Se non sono disponibili sono dei pirati da evitare assolutamente.
Questa è una fase difficilissima per le famiglie e per i cittadini. Le bollette raddoppiano, in tanti si chiedono se saranno in grado di pagarle. E’ inaccettabile che veri e propri sciacalli approfittino sulle paure e tensioni delle persone. Oltre un certo livello non è più marketing, ma truffa. Per questo è necessario denunciare agli Organi preposti, ed è necessario che quegli Organi prendano in considerazione le denunce, che indaghino e puniscano. Per parte nostra, d’ora in poi, faremo i nomi anche dei committenti, che non possono dichiararsi all’oscuro di tutto ciò segnalando anche al Garante della Privacy.
Bologna, 20 gennaio 2022
Crescono le segnalazioni ricevute da Federconsumatori in merito ai forti rincari nei prezzi delle mascherine FFP2, vendute nelle farmacie della nostra Regione. E’ innegabile che sia in corso il tipico meccanismo speculativo ben noto ai consumatori italiani, perché sperimentato nei primi mesi della pandemia, quando le normali mascherine chirurgiche schizzarono anche oltre i 10 euro l’una.
Una speculazione rispetto alla quale Federconsumatori chiese, inascoltata, di verificare se le responsabilità fossero in capo ai produttori, agli intermediari o ai venditori; oppure a tutti questi soggetti. Al netto di qualche indagine sui fatti più clamorosi nessuna risposta è mai stata data a questa domanda.
Ora, con la maggior richiesta dovuta dalle nuove limitazioni introdotte, siamo di fronte a FFP2 vendute a 2 euro l’una, con punte fino a 3 euro. Un prezzo molto distante dai 75 centesimi dell’accordo siglato tra il Commissario per l’emergenza, Figliuolo, e le associazioni Federfarma, Assofarm e Farmacie Riunite. Un accordo rispetto al quale è stata grande l’enfasi dei firmatari, e che è stato presentato nei giorni scorsi omettendo la chiara informazione sulla facoltatività dell’adesione da parte delle Farmacie. Una facoltatività che si sta traducendo ora in una condizione a macchia di leopardo, ma dove prevalgono largamente le macchie nere.
Certo, sul sito di Federfarma viene chiarito che l’adesione delle Farmacie è volontaria, ma non è in questo modo che l’accordo era stato presentato ai cittadini, che oggi, giustamente, protestano. Singolare è poi il mancato coinvolgimento degli Enti Locali nell’accordo, in particolare delle Regioni, cosa che rende ancora più labile il contenuto degli impegni sottoscritti. Che sia stato nullo anche il coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori invece, purtroppo, non è una notizia.
Contemporaneamente all’innalzamento dei prezzi le FFP2 sono sempre più di difficile reperimento. Siamo quindi di fronte a speculazioni che non toccano solo le tasche dei cittadini, ma che mettono a rischio la salute pubblica.
Per Federconsumatori non è tollerabile che si ripeta quanto accaduto nel 2020; la risposta non possono essere i “pannicelli caldi”, gli accordi che evocano la buona volontà, ma bisogna andare con decisione verso prezzi imposti, accompagnati da controlli su tutta la filiera, per identificare e sanzionare i comportamenti speculativi. Per il momento invitiamo i cittadini a continuare a segnalare a Federconsumatori le farmacie che non applicano l’accordo sottoscritto dalle loro associazioni.
È di stamattina la comunicazione dell’ordinanza del Giudice del Tribunale Civile di Roma che, inaspettatamente, ha dichiarato l’inammissibilità della class action presentata dalla Federconsumatori a tutela dei risparmiatori in possesso dei buoni fruttiferi postali della serie Q nei confronti di Poste Italiane.
Una decisione inspiegabile e “irrituale”, che con motivazioni per certi versi discutibili, persino su punti mai messi in discussione nei Tribunali di merito, ha disposto l’inammissibilità dell’azione di classe che mirava al riconoscimento del giusto corrispettivo spettante ai possessori dei buoni.
Sui buoni fruttiferi della serie Q emessi tra il 1 luglio 1986 e il 31 ottobre 1995, già alcuni Tribunali di merito (tra cui il Tribunale di Bergamo con la sentenza n.1390/2020) si erano pronunciati affermando che la capitalizzazione degli interessi che maturano sui buoni fruttiferi postali deve avvenire al lordo della ritenuta fiscale; il Tribunale di Roma , ritenendo inammissibile l’azione di classe intrapresa per carenza dei presupposti della stessa, non ha consentito l’accertamento nel merito della fondatezza delle ragioni dei risparmiatori.
“Esistono fondati motivi, a nostro avviso, per ritenere impugnabile il pronunciamento odierno. – afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori – In tal senso stiamo valutando con la Consulta Giuridica quali azioni intraprendere. La vicenda non finisce qui: prenderemo in esame ogni strada possibile per ottenere la giusta tutela dei cittadini coinvolti, rimettendo, laddove se ne accerteranno le condizioni, ai Giudici superiori la questione dell’ammissibilità dell’azione intrapresa.”
Il Consiglio dei Ministri ha varato, nella seduta del 7 ottobre, un nuovo decreto legge che cambia le regole di accesso alle attività culturali, sportive e ricreative dall’11 ottobre. Vediamo insieme quali:
In zona bianca, per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali o spazi anche all’aperto, la capienza consentita e’ del 100 per cento di quella massima autorizzata sia all’aperto che al chiuso. Inoltre l’accesso e’ consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19.
Nelle strutture museali e’ stata eliminata la distanza interpersonale di un metro.
La capienza consentita non puo’ essere superiore al 75 per cento di quella massima autorizzata all’aperto e al 60 per cento al chiuso.
La capienza nelle sale da ballo, discoteche e locali assimilati non puo’ essere superiore al 75 per cento di quella massima autorizzata all’aperto e al 50 per cento al chiuso. Nei locali al chiuso deve essere garantita la presenza di impianti di aerazione senza ricircolo dell’aria.
Il decreto prevede un inasprimento delle sanzioni nel caso in cui non vengano rispettati dai gestori i nuovi limiti percentuali delle presenze rispetto alla capienza delle strutture. All’articolo sulle “disposizioni urgenti in materia di spettacoli aperti al pubblico, di eventi e competizioni sportive e di discoteche” è infatti previsto che “a partire dalla seconda violazione, commessa in giornata diversa”, si applichi “la sanzione amministrativa accessoria della chiusura da uno a dieci giorni“
Dall’8 novembre 2021, tutti i cittadini (senza limiti di isee) potranno richiedere il bonus terme e prenotare i servizi termali di proprio interesse presso uno stabilimento termale accreditato.
Il bonus terme è stato introdotto dal Ministero dello Sviluppo economico e da Invitalia come misura che mira a sostenere il settore dei servizi termali, un settore particolarmente colpito dall’emergenza Covid; le risorse messe a disposizione per la misura sono pari a 53 milioni di euro e coinvolgeranno quindi circa 250 mila persone
Il bonus terme è un incentivo introdotto dal Ministero dello sviluppo economico e da Invitalia per l’acquisto di servizi termali
Ai fini dell’ammissibilità al beneficio, i servizi termali non devono essere già a carico del Servizio Sanitario Nazionale, di altri enti pubblici
Il Bonus non è cedibile a terzi, né a titolo gratuito né in cambio di un corrispettivo in denaro. Il buono non costituisce reddito imponibile dell’utente e non rileva ai fini del computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente – ISEE.
L’incentivo per l’acquisto di servizi termali è rivolto a tutti i cittadini maggiorenni residenti in Italia, senza limiti di ISEE e senza limiti legati al nucleo familiare.
Ciascun cittadino potrà usufruire di un solo bonus, per un solo acquisto, fino a un massimo di 200,00 euro.
Il Bonus consisterà in uno sconto del 100% sul prezzo d’acquisto dei servizi termali prescelti, fino ad un importo massimo di 200 euro. L’incentivo sarà disponibile a partire dalla pubblicazione dell’avviso di apertura delle prenotazioni, che sarà pubblicato sui siti del Ministero e di Invitalia, fino all’esaurimento delle risorse stanziate.
Il cittadino interessato dovrà prenotare i servizi termali presso uno stabilimento termale accreditato di sua scelta.
L’elenco degli stabilimenti termali accreditati sarà pubblicato sui siti internet del Ministero e di Invitalia.
La prenotazione dovrà essere effettuata presso lo stabilimento termale prescelto, che provvederà a rilasciare l’attestato di prenotazione (l’enco degli stabilimenti accreditati sarà pubblicato sul sito del Ministero dello sviluppo economico e esul sito di invitalia)
La prenotazione avrà un termine di validità di 60 giorni dalla sua emissione; i servizi prenotati dovranno essere usufruiti entro tale termine.
L’ente termale presso il quale il cittadino ha fruito i servizi termali provvederà a richiedere a Invitalia, mediante apposita piattaforma informatica, il rimborso del valore del buono utilizzato dal cittadino.
Ai fini della fruizione del bonus si precisa che per “servizi termali” si intendono le prestazione termali incluse quelle di wellness e beauty erogate da un istituto termale accreditato.
Il soggetto accreditato è colui che opera nel settore termale e delle acque minerali curative;
è iscritto nel Registro delle imprese con codice Ateco 2007 96.04.20 “Stabilimenti termali”;
si è pre-registrato alla piattaforma on line che verrà aperta da Invitalia il prossimo 28 ottobre.
S.M.
Dal 2 ottobre Netflix ha aumentato i prezzi dei suoi abbonamenti. Per i nuovi clienti i rincari riguarderanno, in particolare, due piani: il piano Standard (con visione su 2 schermi contemporaneamente) passa da 11,99 euro a 12,99 euro e quello Premium (con visione su 4 schermi) da 15,99 euro a 17,99 euro. Rimane invece invariato, a 7,99 euro, il piano Base, ossia quello che consente la visione su un solo schermo.
L’aumento dei prezzi riguarderà anche chi già usufruisce della piattaforma. I vecchi clienti inizieranno a ricevere una notifica dal 9 ottobre tramite e-mail e anche all’interno della app, 30 giorni prima
L’ obiettivo principale – puntualizza un portavoce Netflix – è offrire un’esperienza di intrattenimento che superi le aspettative dei nostri abbonati. Stiamo aggiornando i nostri prezzi per riflettere i miglioramenti che apportiamo al nostro catalogo di film e di show e alla qualità del nostro servizio e, cosa ancora più importante, per continuare a dare più opzioni e portare valore ai nostri abbonati. Proponiamo diversi piani di abbonamento affinché ciascuno possa trovare l’opzione più soddisfacente per le proprie esigenze».
Per la piattaforma di streaming più amata si tratta del terzo aumento da quando è sbarcata sul mercato italiano nel 2015. Il primo rialzo è del 2017 e il secondo è datato giugno 2019. In entrambi i casi non è stata rivista al rialzo la tariffa base, da 7,99 euro al mese (contenuti visibili su uno schermo per volta e senza alta definizione).
S.M.